giovedì 27 marzo 2008

Il mercante di morte


Una settimana fa la polizia tailandese arresta a Bangkok Viktor Bout, di nazionalità russa. Le autorità orgogliosamente affermano di aver agito sotto il mandato internazionale di arresto emesso qualche anno fa dalle Nazioni Unite e di aver sventato un tentativo di vendita un importante stock di armi al movimento guerrigliero FARC (Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia). L’arresto è stato possibile grazie agli sforzi congiunti della DEA Americana e dell’Interpol di quattro paesi: Tailandia, Olanda, Romania e Danimarca.

Nato a Dushanbe, in Tajikistan, nel 1967 inizia la sua particolare attività economica nel 1992. Ex agente del KGB, Viktor Bout riesce ad accedere agli arsenali dell’ex Unione Sovietica e di altri paesi dell’est europeo, grazie ai suoi ottimi contatti con le alte sfere del esercito russo.

In brevissimo tempo organizza una complicata rete internazionale per la vendita illegale di armi, costruendosi un impero economico. Nei primi tre anni di attività (dal 1992 al 1995) fornisce armi a diverse milizie afgane (compresi i Talebani) per un valore di 50 milioni di dollari americani. Dopo di che si orienta sul classico mercato africano ottenendo ottimi risultati. Nel primo biennio di attività (1997 – 1998), riesce a piazzare armi per un valore di 14 milioni di dollari.

Viktor Bout concentrerà le sue attività nel continente africano fino al 2003 per poi rivolgersi al florido mercato offerto dalla guerra in Iraq. Il suo catalogo è completo. È in grado di offrire una vasta gamma di armi e munizioni, dal classico AK-47 di fabbricazione sovietica o cinese a sofisticati sistemi missilistici terra aria ed elicotteri da combattimento russi MI-24.

Parallelamente costruisce un impero economico legale nel settore dell’aviazione civile arrivando ad avere una flotta di 60 aeroplani per il trasporto di persone e merci registrati sotto una dozzina di compagnie internazionali ed impiegando più di 300 persone.

La sua fama internazionale arriva fino ad Hollywood che gli dedica un film: “Lord of War” interpretato da Nicholas Cage nel ruolo di un trafficante di armi russo Yuri Orlov. Il giornalista Douglas Farah scrive un bestseller sulla vita di Viktor Bout intitolato: “Merchant of Deaht: money, guns, planes and the man who make war possible” (Il Mercante della morte: soldi, armi, aerei e l’uomo che rende possibile la guerra, n.d.k.).

Pensare che il macabro successo di Viktor Bout sia stato possibile solo grazie alla complicità di degenerati e corrotti generali russi è estremamente riduttivo. Se si analizzano attentamente le sue attività nel continente africano si scopre un filo indissolubile tra il mercante della morte e le mire espansionistiche degli Stati Uniti per il controllo delle materie prime nel continente, causa di orrendi conflitti come quelli del Congo, Liberia e Sierra Leone.

Nella Repubblica Democratica del Congo (l’ex Zaire) Viktor Bout diventa il fornitore ufficiale del MLC (Movimento di Liberazione del Congo) guidato dal “Signore della guerra” Jean Pierre Bemba e sostenuto dall’Uganda. Visto che si trova già nella zona, diventa anche il fornitore principale del RCD (Rassemblamento Congolese per la Democrazia) guidato da Wamba Dia Wamba e sostenuto dal Rwanda.

Questi due movimenti imperverseranno nel Nord Kivu e Sud Kivu dal 1997 al 2004, in supporto all’occupazione militare ugandese e rwandese di tutto l’est del Congo. Durante questo periodo (ricordato tra i più tragici della storia del Congo) i due movimenti furono responsabili di atrocità inaudite contro la popolazione civile, causando decine di migliaia di morti. Il MLC di Bemba arriverà addirittura a praticare il cannibalismo e lo stupro di massa come strumenti per terrorizzare la popolazione!

Viktor Bout, associatosi ad un cittadino keniota di origine asiatica, chiamato Sanjivan Ruprah, accede al mercato delle armi in Sierra Leone e Liberia, alimentando militarmente in Sierra Leone la sanguinaria guerriglia del RUF (Fronte Rivoluzionario Unito) e l’ex presidente liberiano Charles Taylor attualmente sotto processo presso il Tribunale Internazionale per i Crimini contro l’Umanità.

Tra i clienti africani di Viktor Bout vi sono soprattutto gli stati satellite americani: Uganda, Rwanda, Kenya ed Etiopia, utilizzati direttamente o indirettamente dall’amministrazione Clinton e successivamente da quella di Bush, come “war dog” (mastini di guerra) per consolidare l’espansione americana in Africa basata sulla tattica di destabilizzazione e guerre civili.

Viktor Bout ha fornito all’Uganda vari elicotteri russi MI-24. Oltre a questi preziosi elicotteri, che permettono all’esercito ugandese di applicare la tattica tedesca della guerra lampo, ha fornito un immenso arsenale di armi leggere e munizioni impiegate dall’Uganda durante l’invasione dell’est del Congo.

Dalla metà degli anni ’90 Viktor Bout equipaggia la polizia del Kenya di AK-47 di fabbricazione cinese, sostituendo il precedente equipaggiamento composto dai fucili automatici G3 e dagli UZI israeliani. La sua capacità di comprendere le perverse dinamiche dei politici africani gli permetterà di estendere la vendita dei AK-47 anche alle innumerevoli bande criminali che operano nel paese, utilizzate dai politici kenioti (sia del governo che dell’opposizione) per rafforzare i loro potere e i loro privilegi. La più famosa di queste sanguinarie bande armate è nota sotto il nome di Mungiki.

Grazie agli AK-47 del “Mercante di Morte” queste bande armate hanno ucciso più di 1.900 civili nei recenti scontri post elettorali, dove il Kenya ha vissuto la violenta contrapposizione tra il presidente Kibaki (di etnia Kikuyo) e il candidato Odinga (di etnia Luo). Accusandosi reciprocamente di frode elettorale, i due contendenti hanno utilizzato le bande armate, prima tra tutte proprio i Mungiki, nel tentativo di far scattare la scintilla dello scontro tribale per assicurarsi il potere. Solo grazie alla opposizione civile di entrambe queste due etnie (maggioritarie nel paese) che hanno rifiutato la logica dell’odio etnico, i due contendenti non sono riusciti a perpetuare l’orrendo crimine che riporta alla memoria il genocidio del 1994 in Rwanda e sono stati costretti ad accettare un seppur fragile e provvisorio compromesso di “cogestione” del paese.

Viktor Bout, oltre alla vendita di armi, si è impegnato anche nel saccheggio delle risorse minerarie del Congo durante l’occupazione ugandese e rwandese dell’est del paese dal 1997 al 2004.

Attraverso due compagnie aree (la Bukavu Aviation Tranport e la Air Cess) e una società mineraria (la Centrafrican and Great Lakes Business Company) Viktor Bout assume durante il periodo di occupazione un importante ruolo di intermediario nel saccheggio delle ricchezze dell’est del Congo: coltan, oro, diamanti e altri minerali preziosi. I beneficiari diretti di questo saccheggio sono l’Uganda, il Rwanda e soprattutto gli Stati Uniti e il Canada.

Le sue compagnie aeree nel Kivu sono state addirittura utilizzate per il trasporto di persone e merci da varie Agenzie Umanitarie dell’ONU, anche dopo che le Nazioni Unite avevano spiccato contro di lui un mandato d’arresto internazionale per traffico illecito di armi.

Recentemente Viktor Bout ha fondato nel Medio Oriente un’altra compagnia aerea, la Air Bus, diventando dal 2003 un “contractor” ufficiale del Pentagono incaricato del trasporto di forniture militari USA in Iraq.

L’arresto di Viktor Bout rischia di creare forti imbarazzi a molte persone che detengono il potere in Africa, ed anche ad alcuni membri del Congresso Americano e dei vertici delle Nazioni Unite. Il suo processo rischia di rivelare intrigate complesse e sotterranee reti tra questo “mercante di morte”, la Casa Bianca e il Pentagono.

Nonostante le prove e i pesanti capi di accusa che gravano su Viktor Bout, il suo recente arresto non sembra ispirare fiducia tra gli attivisti internazionali dei diritti umani, convinti che goda di enormi protezioni ad alto livello che gli permetteranno di farla franca.

Questa convinzione è legata al fatto che il suo traffico illegale di armi ha stranamente coinciso con gli obiettivi strategici degli USA in Africa ed in medio oriente.

Il rischio che Viktor Bout possa trovare qualche scappatoia sembra essere reale. Personalmente ritengo che molti personaggi di primo piano della politica occidentale abbiamo il cosiddetto “scheletro nell’armadio” da far sparire al più presto. In una simile situazione non mi sorprenderebbe se questo scomodo personaggio finisca per essere “invitato al suicidio”…

Non meravigliamoci, quindi, se dovesse calare il silenzio su questo immondo criminale. Inoltre qualcuno dovrà pur fare il lavoro sporco perché, come diceva il grande Alberto Sordi in un suo famoso film: “Finchè c’è guerra c’è speranza”...

Grazie per l’attenzione e a domani per un nuovo Post.

Con affetto, GuruKonK.




Fonti:
- Magazine di informazione “
Grandi Laghi East African
-
Disinformazione: oltre la verità ufficiale


Nell'immagine un primo piano di Viktor Bout.

16 commenti:

Anonimo ha detto...

che gran bastardo! spero che ci marcisca in prigione!

Anonimo ha detto...

....detesto questo tipo di persone!

.....invece amo voi!

....baci baci baci baci.....

Anonimo ha detto...

anche io ti amo, Angie!

Anonimo ha detto...

eh eh eh... geniale! chi è voi? e così la nostra cara angie ha trovato l'amore.... che belle cose!

riguardo al post. di questa persona non avevo mai sentito parlare, eppure ha avuto un ruolo importante in un gran numero di guerre e massacri. ringrazio gurukonk di avermi fatto conoscere questo essere spregevole! a questo punto spero solo che venga giudicato con estrema severità!

saluti a baci a tutti!!!!!!!

Anonimo ha detto...

ODIO CHI SI ARRICCHISCE SULLA MORTE E LA SOFFERENZA ALTRUI!

PERSONE DEL GENERE VANNO PUNITE CON LA MASSIMA DUREZZA!

Anonimo ha detto...

...ha ragione anonimo ...
.... molta durezza ....!!!!

un abbraccio a tutti ...

ehi Angie ... fai freccia nei cuori ...attenta ...!!! un bacio

Anonimo ha detto...

Grazie Pollianna!

Anonimo ha detto...

eh sì.... come no?

....magari fosse vero...

...un bacione pollianna!

Anonimo ha detto...

Suvvia Angie, non ti definivi una cyberpupa irresistibile fino a poco tempo fa?

Bacione!

Anonimo ha detto...

caro vecchio max.... sei gentile a girare il coltello nella piaga.... me ne ricorderò: a buon rendere!

;-)))))))

...comunque sappi che come cyberpupa sono ancora irresistibile, è fuori dalla "virtualità" che le cose si complicano un pochino....

...baci a tutti....

Anonimo ha detto...

ehi max! non fare lo spiritoso con la MIA Angie! sai bene che come "gentleman legalmente riconosciuto" devo intervenire in sua difesa.....

quindi stai attento, ti tengo d'occhio....

;-)

ciao a tutti!

Anonimo ha detto...

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